Dazi auto: nuova stretta USA con salvagente per l’industria nazionale
Dal 3 maggio sono entrati in vigore i nuovi dazi USA sulla componentistica auto, con alcuni importanti correttivi finalizzati ad attenuarne l’impatto per le case produttrici americane: gli importatori, infatti, potranno portarli in compensazione, di fatto recuperando l’importo versato sul 15% delle parti usate nell’assemblaggio. Il 29 aprile il Presidente Trump ha firmato un nuovo Executive Order per incentivare la produzione e l’assemblaggio di automobili negli USA. L’obiettivo è di alleggerire le tariffe per il settore automobilistico, attraverso un meccanismo che consenta ai produttori di auto negli Stati Uniti di beneficiare di una diminuzione dell’importo dei dazi pagati per l’importazione della componentistica.
Il meccanismo di compensazione introdotto da Trump alleggerisce il peso anche per le aziende europee che esportano componenti auto verso gli USA. Se esporto dall’Italia una parte di auto, l’importatore USA pagherà il dazio dal 3 maggio, ma potrà poi ottenere una compensazione, di fatto recuperando l’importo versato. Se gli importatori americani possono riassorbire il dazio dovuto per i componenti, il prezzo applicato dalle imprese europee resta assolutamente competitivo.
Il sistema di compensazione delle tariffe sarà attuato in due diverse tranche: in una prima fase, applicabile alle automobili assemblate negli Stati Uniti dal 3 aprile 2025 al 30 aprile 2026, il produttore statunitense potrà richiedere un rimborso in compensazione pari al 3,75% del valore complessivo dei prezzi di listino consigliati dal produttore (c.d. “MSRP”) relativo ai componenti importati. In pratica, un’azienda statunitense che impiega nella produzione un 15% di parti acquistate da altri Paesi non sconterà nessun dazio. Si pensi, per esempio, a una casa automobilistica USA che assembla veicoli i cui componenti sono per l’85% originari degli Stati Uniti: in questo caso, il produttore potrà compensare l’intero importo dei dazi pagati. Diversamente, se un produttore realizza un’automobile con un 50% di parti USA, del restante 50%, un 15% sarà riassorbito e dovrà pagare le tariffe soltanto sul 35% del valore del veicolo.
In un secondo momento, invece, la percentuale di compensazione del dazio diminuirà, e i fabbricanti di automobili assemblate negli USA dal 1° maggio 2026 al 30 aprile 2027 potranno utilizzare un credito di imposta pari al 2,5% per compensare gli oneri dovuti sulla componentistica. Una percentuale che si tradurrà nella possibilità di compensare i dazi versati soltanto sul 10% di componenti non USA. Se il credito tariffario dovesse essere superiore ai dazi effettivamente pagati dal produttore la somma eccedente non potrà essere utilizzata per compensare altre obbligazioni doganali.
Il meccanismo della compensazione rende ancora più complicata l’applicazione delle tariffe USA, rendendo necessario per le imprese un attento esame della catena di approvvigionamento e della normativa applicabile.
Il Proclama del 29 aprile chiarisce, inoltre, che i titolari degli stabilimenti USA di auto dovranno presentare al Segretario per il Commercio statunitense una serie di documenti, con particolare riferimento al numero di automobili che si prevede di assemblare in USA, agli stabilimenti di produzione, alla stima dei costi relativi ai dazi doganali dovuti per l’importazione della componentistica auto, nonché alla lista di importatori autorizzati a utilizzare l’importo in compensazione per conto del produttore.
Restano in vigore, già dal 3 aprile scorso, i dazi aggiuntivi del 25% per le auto importate negli Stati Uniti.
Sara Armella
Tatiana Salvi