Dazi auto giù al 15%, ma l’Europa paga con agricoltura e industria
L’Unione europea strappa a Trump l’accordo sui dazi, assicurandosi una tariffa massima del 15% sui prodotti esportati verso gli USA e un’importante esenzione sui farmaci. Con una dichiarazione congiunta pubblicata il 21 agosto 2025, Bruxelles e Washington ripercorrono i punti salienti dell’intesa, impegnandosi a dare attuazione a tutte le misure previste. Come contropartita per la riduzione dei dazi statunitensi sulle auto dal 27,5% al 15%, la Commissione europea ha pubblicato due proposte legislative, che prevedono tariffe azzerate sui beni industriali USA e aperture per alcuni prodotti agricoli e ittici. Molti anche gli impegni finanziari che l’Unione europea dovrà rispettare.
Washington e Bruxelles hanno raggiunto una tregua sui dazi, concludendo un accordo che assicura ai prodotti europei una tariffa massima del 15%. L’intesa, giunta dopo lunghe trattative il 27 luglio, si è concretizzata il 21 agosto con la pubblicazione di una dichiarazione congiunta con gli USA.
Complessivamente, l’accordo con farà incassare al governo statunitense circa 90 miliardi di dollari. Secondo la Commissione europea, si tratta di un’intesa tra le due maggiori economie mondiali, con scambi bilaterali che valgono circa 1,7 trilioni di dollari l’anno, pari al 44% del PIL globale. Gli Stati Uniti restano il principale partner commerciale dell’UE, assorbendo il 20,6% delle sue esportazioni. Nel 2024, l’export europeo verso gli USA ha raggiunto i 531,6 miliardi di euro per i beni e circa 319 miliardi per i servizi, mentre nel primo trimestre del 2025, le esportazioni hanno segnato un forte incremento, salendo del 59,5% a 71,4 miliardi di euro.
A differenza di quanto previsto negli accordi che gli Stati Uniti hanno concluso con altri partner commerciali, l’Unione europea è l’unica ad aver ottenuto una soglia tariffaria globale. La tariffa del 15% riservata ai beni UE, infatti, non andrà a sommarsi alle misure già previste per le importazioni negli USA (c.d. dazi MFN), ma assorbirà tali dazi, sostituendosi integralmente a ogni tariffa preesistente. I dazi MFN continueranno ad applicarsi soltanto se superiori al 15%, senza ulteriori aggravi.
Restano esclusi dalla tariffa unica del 15%, tuttavia, i dazi su acciaio e alluminio e sui prodotti derivati, che attualmente scontano un’aliquota del 50%. Ma su questo punto i negoziati proseguono per introdurre un sistema di quote, attraverso la previsione di contingenti tariffari.
L’intesa prevede l’esenzione dai dazi USA per i farmaci generici europei, estesa anche ai relativi ingredienti e precursori chimici. Per tali prodotti non trova applicazione neppure il dazio MFN, in linea con l’accordo dell’Uruguay Round del 1995, sottoscritto sia da UE che da Stati Uniti, che assicura la circolazione di farmaci generici a dazio zero.
Gli altri prodotti farmaceutici restano soggetti, invece, a un’indagine avviata ai sensi della Sezione 232. Se inizialmente Trump aveva annunciato tariffe fino al 200%, l’accordo bilaterale fissa un tetto massimo anche per i farmaci, stabilendo che gli eventuali dazi adottati all’esito dell’indagine non potranno superare il 15%.
Con la dichiarazione congiunta, Unione europea e Stati Uniti mettono un punto anche sul settore dell’automotive, finora colpito da un dazio aggiuntivo del 25%, che si sommava al precedente dazio del 2,5%. La riduzione dei dazi al 15%, a cui Trump ha dato attuazione a partire dal 7 agosto, non ha immediatamente interessato anche il settore dell’automotive. A creare confusione è stata la diversa base giuridica su cui si fondano i dazi per auto e componentistica, che erano stati imposti sulla base della Sezione 232 del Trade Expansion Act del 1962. Soltanto per questo motivo le auto non sono state incluse nell’ordine esecutivo che applicava la tariffa del 15%.
L’accordo chiarisce che le tariffe per questo settore saranno assorbite nel tetto del 15%. Di conseguenza, le vetture con dazio MFN superiore al 15% saranno esentate da ulteriori maggiorazioni, mentre quelle con dazio inferiore saranno soggette a un’aliquota massima del 15%. Una segnale positivo per il mercato europeo, considerato che nel 2024 l’UE ha esportato automobili negli USA per 38,9 miliardi di euro.
A rimanere escluso dall’accordo è il comparto vinicolo italiano, che rappresenta un settore strategico dell’export nazionale ed europeo. Nel 2024, l’Italia ha esportato vino in bottiglia verso gli USA per un valore di 5,3 miliardi di euro. A fronte di imposte doganali tradizionalmente irrisorie, i vini italiani sono ora soggetti a una tariffa piatta, calcolata dividendo l’importo del dazio precedente per il valore doganale di un chilo o litro di prodotto, con un sensibile aggravio di costi per tutti i prodotti di alto valore. Le nuove tariffe, insieme alla svalutazione del dollaro rispetto all’euro, incidono negativamente sulla competitività del prodotto. È essenziale, pertanto, che i negoziati proseguano per includere anche il vino tra le categorie esenti dal dazio.
Per concretizzare gli impegni assunti con gli Stati Uniti, ottenendo l’attesa riduzione dei dazi nel settore auto, il 28 agosto, la Commissione europea ha pubblicato due proposte legislative, che prevedono un dazio zero sui beni industriali USA e aperture per alcuni prodotti agricoli e ittici.
Sul versante unionale, Bruxelles si è impegnata, infatti, a eliminare i dazi su tutti i prodotti industriali statunitensi, tra cui macchinari, componentistica, legno e pasta di legno, carta e cartone, ceramica e cuoio e automobili che passano da un dazio del 10% allo 0%. L’impegno prevede anche di garantire un accesso preferenziale al mercato per un’ampia gamma di prodotti ittici e agricoli statunitensi “non sensibili” attraverso 20 contingenti tariffari a dazio zero, tra cui frutti di mare, merluzzo dell’Alaska, frutta a guscio, cereali, latticini, carne suina e di bisonte, mentre ortaggi, pomodori e arance, beneficeranno di una tariffa pari a zero, pur restando soggetti a dazi specifici basati su peso o volume. Sono, invece, esclusi i prodotti “sensibili”, tra cui carne bovina, pollame, riso ed etanolo. Altra misura prevista riguarda il rinnovo del regime di esenzione tariffaria per l’aragosta statunitense, che sarà esteso anche all’aragosta lavorata. Si tratta di concessioni significative che si applicheranno esclusivamente ai beni di origine statunitense, ossia a quei prodotti che abbiano subito una lavorazione sostanziale negli Stati Uniti.
L’Unione ha, inoltre, assunto una serie di impegni strategici nei confronti degli Stati Uniti, tra cui quello di acquistare una fornitura costante di chip per l’intelligenza artificiale dagli Stati Uniti, per un valore di circa 40 miliardi di dollari. È stata concordata, inoltre, l’importazione di gas naturale liquefatto (GNL) statunitense per un totale di 750 miliardi di dollari entro il 2027. Infine, Bruxelles dovrà destinare almeno 600 miliardi di dollari in investimenti nei principali settori dell’economia americana entro il 2029.
Tra i punti dell’intesa vi è anche un impegno congiunto tra Stati Uniti e Unione europea per la riduzione delle barriere non tariffarie. L’accordo prevede, infatti, il reciproco riconoscimento degli standard nel settore automobilistico, oltre a un impegno per affrontare le barriere che ostacolano il commercio di prodotti alimentari e agricoli. Tra le misure più rilevanti rientrano la semplificazione dei requisiti per i certificati sanitari relativi alla carne di maiale e ai prodotti lattiero-caseari.
L’accordo affronta, inoltre, alcune criticità normative di rilievo ambientale, prevedendo l’impegno dell’UE a intervenire sul Regolamento UE 1115/2023 (EUDR) in materia di deforestazione, con l’obiettivo di istituire un regime ad hoc per i produttori ed esportatori statunitensi. Gli Stati Uniti hanno espresso forti preoccupazioni anche in merito all’impatto del meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere (CBAM) sulle piccole e medie imprese. La Commissione europea si è impegnata a introdurre nuove misure di flessibilità nell’attuazione del CBAM, al fine di evitare distorsioni nei flussi commerciali.
Le proposte legislative della Commissione europea prevedono una durata delle concessioni tariffarie, in linea di principio, illimitata. Con un’importante clausola di salvaguardia: l’Unione europea si riserva il diritto di sospendere le misure in caso di mancato rispetto degli impegni assunti dagli Stati Uniti nella dichiarazione congiunta. Infine, è prevista la possibilità di introdurre ulteriori misure di salvaguardia qualora le importazioni statunitensi minaccino di arrecare un grave pregiudizio all’industria europea.
Settore | Impegni UE | Impegni USA |
Prodotti industriali | Eliminazione dazi su bei USA | Tariffa unica del 15% sui beni UE, esclusi acciaio, alluminio e derivati |
Auto e componenti | Dazio azzerati (da 10% a 0%) | Promessa di ridurre i dazi dal 27,5% al 15%, retrodatandolo al 1°agosto |
Prodotti agricoli | Accesso preferenziale su prodotti non sensibili | Tariffa unica del 15% |
Farmaci generici | Dazio zero | Esenzione dei dazi |
Sara Armella
Tatiana Salvi