Export Map, le coordinate per innovare e crescere
In uno scenario internazionale continuamente sottoposto a mutamenti, conoscere i rischi diventa fondamentale per poter cogliere le giuste opportunità di crescita. Partendo da questo presupposto SACE ha pubblicato la Export Map 2024, una ricerca, realizzata in collaborazione con Fondazione Enel, che vuole rappresentare una guida per le imprese italiane, operanti sui mercati internazionali.
Lo studio si articola partendo dall’analisi dei macro trend che occupano un posto di rilievo nella geoeconomia attuale, in particolare il ruolo sempre più cruciale delle nuove tecnologie nell’affrontare grandi sfide quale quella del cambiamento climatico.
L’intelligenza artificiale è al centro delle trasformazioni tecnologiche che avranno gli impatti più significativi sulle economie, non soltanto come volano per gli incrementi di produttività ma anche come strumento di contrasto al cambiamento climatico, che rappresenta un notevole fattore di rischio. Si pensi infatti che nella sola Unione europea nel biennio 2021-22 le perdite connesse a disastri naturali ammontano a più di 100 miliardi di euro.
Naturalmente l’entità delle perdite derivanti da eventi climatici estremi dipende da diversi fattori tra cui le misure di adattamento previste da ciascun Paese dell’Unione. L’Italia, ad esempio, ha varato lo scorso dicembre il Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici, per il quale le imprese nostrane sono chiamate a investire in progetti di messa in sicurezza e risanamento ambientale.
Tornando agli aspetti globali della ricerca, viene rimarcata la forte interconnessione tra il rischio politico e la stabilità economica, come è noto infatti il quadro dei conflitti è variegato e in aumento, poiché composto non soltanto dalle guerre maggiormente attenzionate ma anche da diffuse tensioni sociali, etniche, territoriali o istituzionali, che coinvolgono diverse regioni.
La ricerca affronta poi altri indici di rischio oltre a quello politico, riuscendo così a tracciare un quadro completo, che pur sottolineando l’eterogeneità delle diverse componenti, evidenzia anche un lieve miglioramento sul fronte dei rischi del credito, dovuto soprattutto al consolidamento di alcuni Paesi di rilievo che avevano già registrato risultati positivi lo scorso anno, agganciando il trend di recupero della domanda globale.
Oltre all’analisi dei rischi SACE passa all’esame degli indicatori di benessere sociale e di transizione energetica, dove viene registrata una crescita nell’impiego delle rinnovabili ancora però fortemente frenata dal continuo e crescente consumo dei combustibili fossili.
Parte saliente dello studio è l’individuazione delle principali opportunità in campo internazionale per le imprese italiane, che conferma Stati Uniti, Emirati Arabi Uniti e Spagna come le aree che offrono maggiori prospettive per il nostro export. In particolare si evidenzia come le spinte tecnologiche, sia in ambito green che digital, statunitensi e spagnole possano rappresentare una forte attrattiva per i prodotti di qualità Made in Italy.
Tra le venti principali geografie di opportunità per le nostre imprese non vi sono soltanto mercati lontani come Corea del Sud, Vietnam, Qatar ma anche economie vicine come Polonia, Francia e Germania, che tuttavia vedrà tassi di crescita più deboli a causa delle sfide sul lato produttivo. Parimenti la Cina, pur trovandosi in una buona posizione, sconta un rallentamento della crescita sia per ragioni strutturali sia per il protrarsi delle difficoltà del settore immobiliare.