Dogane europee, parte la rivoluzione: il 2026 cambia le regole
Sarà un 2026 di svolta, con una forte accelerazione sulla riforma doganale: l’Unione europea anticipa a metà del prossimo anno l’adozione del nuovo Codice doganale, che entrerà in vigore dopo 18 mesi, mentre per gli atti delegati e di esecuzione bisognerà attendere il 2029.
Un’altra importante accelerazione riguarda il superamento della franchigia per l’e-commerce: lo scorso 13 novembre, infatti, il Consiglio Ecofin ha siglato un accordo politico per estendere l’obbligo di pagamento dei dazi anche ai pacchi di valore inferiore a 150 già dal 2026. L’obiettivo è contrastare il fast-fashion e il boom di operazioni e-commerce di basso valore, che hanno superato i 4,6 miliardi nel 2024. Secondo le stime della Commissione, il 65% dei piccoli pacchi che entrano nell’Unione europea sono dichiarati con un valore inferiore per evitare i dazi doganali all’importazione. La sottofatturazione e la frammentazione delle spedizioni complicano le attività di controllo delle Dogane europee, oltre a sollevare problemi di compatibilità dal punto di vista ambientale e della concorrenza con le aziende europee.
Le piccole spedizioni dalle grande piattaforme di e-commerce sconteranno un dazio semplificato già a partire da luglio del 2026. Accanto alla tariffa fissa di 3 euro, che si applicherà su ogni articolo importato, il Consiglio introdurrà un contributo di gestione unionale sui pacchi a partire da novembre del 2026. Una vera e propria tassa, valida in tutta Europa, che ha l’obiettivo di compensare i crescenti costi sostenuti dalle autorità doganali per supervisionare il flusso di pacchi low cost. Ma si tratta di misure temporanee, perché il nuovo regime e-commerce entrerà in vigore soltanto a luglio del 2028.
La riforma doganale risponde anche alle altre principali problematiche che interessano il commercio internazionale. Per far fronte al mancato allineamento degli uffici dei diversi Paesi membri nei controlli doganali, nel 2026 sarà istituita la nuova Autorità doganale europea. Dal 2027 EUCA (EU Customs Authority) sarà operativa, con un progressivo sviluppo di funzioni. Dal 2028, la Dogana europea gestirà l’EU Customs Data Hub, curandone lo sviluppo, le funzioni centrali e la gestione del rischio.
Già nel 2026 partiranno anche le procedure di appalto e di progettazione tecnica dell’EU Customs Data Hub, un sistema digitale centralizzato che promette di snellire le procedure e contrastare più efficacemente le frodi. Attraverso questo strumento, le autorità doganali europee avranno a disposizione, in un unico ambiente, tutti i dati relativi alla circolazione delle merci. Un punto unico di raccolta delle informazioni che favorita un’analisi dei rischi e un monitoraggio molto più approfonditi.
La fase pilota dovrebbe essere disponibile dal 2027, ma il Data Hub sarà fondamentale per consentire il passaggio al nuovo sistema sul commercio elettronico nel 2028. Nel 2032 sarà introdotto l’uso volontario del Data Hub, che entrerà a pieno regime nel 2037, quando tutti i trader dovranno essere obbligatoriamente registrati a sistema.
La riforma introduce, infine, una nuova figura di operatore doganale, prevedendo un’evoluzione dello status AEO con i Trust & Check Traders. Questi soggetti potranno importare senza dover presentare una dichiarazione doganale per ogni spedizione, pagando i dazi a cadenza periodica e verificando in autonomia la conformità dei prodotti. La nuova figura del Trust & Check dovrebbe sostituire progressivamente la certificazione AEO nel 2037, ma l’Italia porrà sicuramente una riserva su questo punto, chiedendo che l’autorizzazione di Operatore economico autorizzato non sia sostituita, ma soltanto affiancata dai nuovi Trust & Check Traders.
Sara Armella
Tatiana Salvi

