La Corte Suprema USA valuta la legittimità dei dazi Trump: una svolta nella guerra commerciale globale
Il caso sulla legittimità dei dazi IEEPA adottati da Trump è approdato alla Corte Suprema: durante l’udienza del 5 novembre, la maggioranza dei giudici ha espresso perplessità sulle tariffe USA. Si attende ora la sentenza, che potrebbe arrivare nelle prossime ore o richiedere invece un tempo di elaborazione più lungo, non oltre luglio 2026. La decisione segnerà un’importante svolta nella guerra commerciale avviata da Trump. Se i dazi dovessero essere annullati, la sentenza aprirà la strada ai rimborsi, ma le tensioni commerciali non sono destinate a finire: l’Amministrazione USA potrà ricorrere a una serie di poteri alternativi per introdurre nuove misure daziarie.
La sentenza della Corte Suprema stabilità se il Presidente USA ha abusato dei propri poteri ricorrendo all’IEEPA (International Emergency Economic Powers Act) per introdurre nuove misure commerciali. La legge invocata da Trump autorizza alcune misure eccezionali per far fronte a una situazione di emergenza nazionale. Per giustificare tali misure, Trump aveva definito il deficit commerciale come una situazione di emergenza nazionale.
Va considerato, però, che l’IEEPA non autorizza il Presidente USA a prevedere nuove tariffe doganali. Secondo la Costituzione americana, infatti, i dazi possono essere introdotti soltanto dal Congresso (articolo 1, sezione 8).
Occorre sottolineare, inoltre, che la normativa IEEPA introduce la possibilità di adottare misure che in passato sono state intese soltanto come embarghi o specifici divieti, mentre in questo caso sono stati adottati dei veri e propri dazi generalizzati nei confronti di tutti i Paesi partner degli USA. Nel corso dell’udienza, alcuni giudici hanno sollevato perplessità su questo aspetto, ritenendo che sarebbe stato più corretto escludere alcuni Paesi come Francia e Spagna.
La parola passa ora alla Corte Suprema, che dovrà decidere sulla legittimità delle tariffe USA. Il Governo, che finora ha raccolto oltre 50 miliardi di dollari in entrate aggiuntive, rischia di veder messo in discussione il meccanismo tariffario. Una questione “di vita o di morte”, l’ha definita il Presidente Trump, che ha affermato che una vittoria della Casa Bianca garantirebbe la sicurezza finanziaria e nazionale USA.
Occorre considerare, tuttavia, che anche in caso di sconfitta, il Presidente Trump potrà adottare nuove barriere commerciali all’importazione utilizzando una base giuridica differente. Il Segretario al Tesoro ha dichiarato che l’Amministrazione USA potrà ricorrere ad altre norme, tra cui la Sezione 122 del Trade Act del 1974 e la Sezione 338 del Tariff Act del 1930. A queste si aggiunge la Sezione 232 del Trade Expansion Act del 1962, su cui si fondano già molte misure restrittive volte a proteggere alcuni settori strategici come automobili, rame, semiconduttori, farmaci, robotica e aeromobili. Un’altra norma già utilizzata è la Sezione 301 del Trade Act del 1974, che riguarda le indagini su pratiche commerciali sleali.
Sara Armella

