Nuova Taric 2026: aggiornati i codici doganali UE per tecnologie green e materie prime critiche
In arrivo nuovi codici e importanti semplificazioni per la classificazione doganale: come ogni anno, dal 1° gennaio 2026, entra in vigore l’aggiornamento della Taric (Tariffa integrata dell’Unione europea), con numerose novità per le aziende che operano nel commercio internazionale. La Commissione europea, con il regolamento di esecuzione UE 2025/1926, ha aggiornato la Nomenclatura Combinata, adattando i codici tariffari all’evoluzione del mercato e ai progressivi sviluppi tecnologici e commerciali.
Sono previste sottovoci ad hoc per agevolare il monitoraggio di alcune tecnologie green e dei critical raw materials, come le materie prime critiche essenziali per le tecnologie verdi, i wafer fotovoltaici e le pale delle turbine eoliche. Nuove voci doganali per alcuni composti chimici, come gli ossidi di litio nichel manganese cobalto (NC 284190) e il litio-ferro-fosfato (NC 284290). Dando seguito alle raccomandazioni dell’Organizzazione mondiale per le dogane (WCO), il regolamento prevede anche sottovoci specifiche per il decabromodifeniletere (NC 29093037) e altri acidi (NC 29159015 e 29159090). Sono previsti importanti aggiornamenti anche per la grafite artificiale (NC 380110) e i wafer fotovoltaici (NC 38180011 e 381880019). Nuove voci doganali anche per le torri tubolari in acciaio per turbine eoliche e sezioni di torre (NC 73082010), i rotori e statori per turbine idrauliche (NC 84109010 e 84109020) e le pale di turbine eoliche (NC 84129060). Introdotte anche specifiche voci doganali per i generatori a celle a combustibile a idrogeno (NC 85013310), i convertitori con funzionalità per inseguimento del punto di massima potenza (NC 85044084), i separatori di pellicola di plastica (NC 85079031) e gli assemblaggi di celle galvaniche impilate (NC 854390).
Oltre all’aggiornamento delle voci doganali, il regolamento semplifica anche le note esplicative, con l’obiettivo di assicurare una corretta e uniforme applicazione della classificazione doganale in tutti i Paesi europei, nel rispetto delle interpretazioni fornite dal WCO. È abrogata, per esempio, la nota complementare sugli articoli natalizi (capitolo 95) che aveva dato vita ad applicazioni divergenti in alcuni Paesi europei.
Per prepararsi alla nuova classificazione doganale, le aziende e gli operatori economici sono tenuti ad adeguare le procedure doganali alle recenti modifiche ai codici di Nomenclatura Combinata, verificando la correttezza delle voci doganali utilizzate, anche al fine di prevenire eventuali contestazioni o sanzioni da parte dell’Amministrazione doganale.
Classificare e distinguere le merci sulla base di una nomenclatura predefinita rappresenta una condizione indispensabile per individuare i prodotti che attraversano le frontiere e, di conseguenza, identificare tutte le regole connesse al passaggio delle merci in Dogana. Attribuire a ogni bene un preciso codice doganale, internazionalmente riconosciuto, riveste, pertanto, un ruolo fondamentale per la compliance doganale.
Per le imprese è indispensabile effettuare una due diligence dei propri prodotti. Un cambiamento nel codice attribuito al bene potrebbe determinare l’applicazione di misure restrittive, l’obbligo di richiedere specifiche autorizzazioni o determinare una diversa tassazione doganale del prodotto, con evidenti ricadute sul prezzo di vendita e nel business plan aziendale. Una modifica della classifica doganale può avere impatto anche sull’origine doganale della merce venduta, con effetti sia sulla qualifica di prodotto “Made in Italy” che sull’eventuale fruizione del dazio zero, previsto da un accordo di libero scambio.
Sara Armella
Tatiana Salvi

