Revoca del de minimis negli Stati Uniti: nuove regole doganali e sospensione delle spedizioni italiane
Spedizioni sospese per le merci italiane di valore inferiore agli 800 dollari e destinate agli USA. La revoca delle esenzioni e gli adempimenti sproporzionati chiesti dall’amministrazione statunitense obbligano sia i piccoli esportatori che i grandi vettori come Poste Italiane, a reazioni immediate. Nuove difficoltà in arrivo, dunque, per gli operatori del commercio internazionale che dovranno fronteggiare una paralisi della rete postale.
Le misure colpiranno diversi settori fondamentali per l’export italiano, come le imprese dell’agroalimentare e del tessile. Anche le spedizioni di relativo modico valore, cibi, vini e articoli di moda al di sotto degli 800 dollari, dovranno scontare un dazio in ingresso negli Stati Uniti.
Le nuove regole dettate dalla dogana USA, operative dal 29 agosto, obbligano, inoltre, i vettori italiani, come tutti quelli europei, di gravose responsabilità tra le quali l’obbligo di trasmettere un elenco dettagliato di tutti i prodotti spediti nell’arco di un mese, individuarne l’origine doganale e calcolarne il relativo dazio.
Ma le criticità maggiori emergono a seguito della revoca della cosiddetta esenzione de minimis.
Quello de minimis è un trattamento doganale agevolato che fino a oggi ha consentito l’ingresso negli USA in esenzione daziaria per tutte le merci di valore inferiore a 800 dollari. Con l’ordine esecutivo del 30 luglio, il Presidente USA Donald Trump ha revocato tale soglia per tutte le spedizioni UE destinate agli Stati Uniti. Pertanto a decorrere dal 29 agosto l’esenzione non sarà più disponibile per nessuna spedizione, comprese quelle effettuate tramite la rete postale internazionale.
Il 15 agosto, la dogana USA ha pubblicato la “Guida globale per la posta internazionale” con cui ha fornito indicazioni e istruzioni tecniche agli operatori.
La Guida conferma il trattamento differenziale per i pacchi postali che, almeno fino al 28 febbraio 2026, potranno essere assoggettati ai dazi con due modalità alternative: una tariffa ad valorem, ossia un dazio proporzionale al valore dichiarato dell’articolo, oppure applicando un dazio specifico forfettario differenziato in base all’aliquota effettiva del Paese di origine.
La Guida prevede, inoltre, significativi oneri e incombenti per i vettori e gli operatori postali e delinea un complesso meccanismo di notifica delle spedizioni alla dogana USA, di riscossione e versamento dei dazi, a garanzia delle operazioni. Tale meccanismo sta suscitando non poche criticità e incertezze.
Saranno, infatti, i vettori che consegnano spedizioni negli Stati Uniti tramite la rete postale internazionale a dover riscuotere e versare i dazi alla dogana. I vettori dovranno, infatti, dotarsi di una garanzia nella misura minima di 50.000 dollari oppure, se maggiore, pari al 10% del totale dei dazi dovuti sui pacchi postali internazionali importati negli USA nei 12 mesi precedenti. In alternativa sarà possibile garantire la singola transazione con una cauzione pari al 100% del valore della spedizione sommato al 100% dei dazi dovuti sulla stessa.
Il versamento sarà, inoltre, accompagnato da un report, in formato foglio di calcolo, relativo alle operazioni effettuate nell’arco del mese precedente al pagamento, in cui i vettori dovranno comunicare numerose informazioni relative al contenuto delle singole spedizioni.
Il caos generato da queste nuove regole ha già indotto numerosi operatori a sospendere le spedizioni di merci verso gli Stati Uniti. Con un comunicato pubblicato sul proprio sito internet Poste italiane ha reso noto di aver sospeso l’accettazione di spedizioni contenenti merci destinate agli USA già dal 23 agosto. Nella stessa direzione si sono, dunque, mossi anche altri operatori UE, come DHL in Germania e LaPoste in Francia.
Sara Armella
Andrea Romani Grussu